Come stimolare l’intelligenza nei nostri bimbi
E’ capitato anche a voi che il vostro bambino di pochi mesi, sappia scovare il telecomando che avete appena cercato di nascondere pensando non vi vedesse, riesca a distinguere quello della televisione da quello dello stereo, sappia premere i tasti della calcolatrice, accenda rapidamente pc e cellulari, individuando il tasto giusto da premere senza tanti problemi?
Si? Lo so che le cose stanno così, eppure non smetto di stupirmi per le enormi potenzialità e capacità di questi esserini!
I bambini, anche quelli molto piccoli, sono immersi nella realtà ricca di stimoli ed informazioni dei giorni nostri e ripetono semplicemente le azioni che vedono fare.
Sono come spugne e apprendono continuamente, a prescindere da un nostro reale intento educativo, per questo è importante fornire loro gli stimoli giusti.
Vi racconto brevemente cosa è successo quest’estate: mi contatta una mamma affinché aiuti il suo bambino di sei anni a destreggiarsi meglio con la lettura in previsione dell’inizio della scuola primaria in quanto l’insegnante della scuola materna lo vedeva un po’ più titubante rispetto ai compagni nell’acquisizione dei primi rudimenti con le lettere. Utilizziamo la tombola delle lettere, giochiamo con le immagini, attraverso la manipolazione di materiali si diverte e slega la lettura da un compito che era già “diventato scolastico”… impara a leggere senza difficoltà il suo nome e le paroline corte. Ci prende gusto… allora consiglio alla mamma di appendere qualche foglio a casa in corrispondenza di alcuni oggetti di uso quotidiano con scritto il loro nome partendo da quelli più corti: PALLA, LETTO, SEDIA, TAVOLO.
RISULTATO: Il bambino impara a leggere, e ora è lui a portare alla mamma i libretti e a leggerle alcune frasi, ma anche il suo fratellino più piccolo impara a riconoscere le lettere!
Non vi dico lo stupore e la meraviglia, dei genitori e per certi versi anche mia!
I bambini sono estremamente curiosi e continuando a chiedere ogni giorno alla mamma cosa ci fosse scritto, sedendosi con lei ed il fratello più grande a sfogliare vari libretti nel tappetone, ha acquisito ed assimilato suoni e simboli spontaneamente e senza fatica.
I primi anni di vita sono fondamentali per l’apprendimento ed è un errore pensare che un bambino piccolo non capisca “perché tanto è piccolo”, dato che in realtà già possiede un potenziale inimmaginabile e un’eccezionale capacità di comprensione e assimilazione. Non bisogna dimenticare che l’intelligenza è anche frutto delle opportunità fornite e degli stimoli provenienti dall’ambiente circostante e che il cervello “cresce con l’uso”.
I bimbi sono avidi e desiderosi di conoscere, attratti dalle novità e pieni di soddisfazione e gioia nel mostrare i loro progressi. Per i bambini imparare è l’attività più bella, quella per cui agiscono nel mondo, un’attività inconsapevole, la più naturale che ci sia. Imparare da piccoli è facile e divertente!
Come stimolare l’intelligenza nei nostri bimbi... senza esagerare
Lo scopo dell’apprendimento precoce non dev'essere diventare il primo della classe, ma avere l’occasione di iniziare ad usare le proprie potenzialità nel momento in cui sono proprio lì disponibili, semplici da solleticare, trasformandole pian piano in saperi e abilità che in tenera età sono facili da predisporre.
Il punto di partenza è il risultato scientifico secondo cui dopo i due-tre anni imparare a leggere, a parlare una lingua straniera o a fare i conti diventa meno naturale e ciò significa che, paradossalmente, quando il bambino a sei anni inizia ufficialmente il suo percorso di studi, l’immensa capacità di apprendimento di cui è stato dotato alla nascita già sta iniziando a decrescere.
Per quanto riguarda la LETTURA, fin dai primi mesi di vita sarebbe importante favorire un piacevole incontro del bambino col libro.
( Nati per Leggere: progetto per la promozione della lettura ai bambini in età prescolare promosso a livello nazionale dall’Associazione Culturale Pediatri e dall'Associazione Italiana Biblioteche e sostenuto dal Centro per la salute del bambino).
Questo non solo favorirà l’acquisizione delle competenze necessarie ad apprendere come leggere e scrivere, ma aiuterà anche a creare un momento speciale da poter condividere con mamma e papà.
All’inizio il bambino parteciperà alla lettura solo tentando di mordicchiare le pagine o di appropriarsi del libro, ma poi pian piano inizierà ad osservare le figure e a sentire attraverso il tatto i diversi materiali di cui sono fatti i libri gioco studiati proprio per i più piccoli. Pagine cartonate, di stoffa o di legno, rumori e fruscii provenienti dai fogli, finestrelle che si aprono e permettono di animare la lettura…
I primi libri permettono una lettura multisensoriale. Il bambino si appassionerà al ritmo delle storie che ascolterà e guarderà le figure e poi imparerà a leggere le parole ad esse associate in modo quasi naturale, riconoscendo azioni e oggetti a lui familiari e imparando a conoscerne altri.
Anche le LINGUE s’imparano con molta più facilità e con più successo in età prescolare e, oltre a canzoncine, filastrocche, giochi e cartoni animati multilingue, si stanno moltiplicando i corsi di inglese per mamme e bambini. (Learn with mummy. Corso di avvicinamento all’inglese basato sull’ascolto e la rappresentazione di canzoncine in lingua, per i neonati e le loro mamme. Pingu’s English Tots per bambini dai 18 ai 36 mesi).
L’orecchio dei più piccoli è molto attento e la loro mente aperta e ricettiva, ciò permette di imparare la pronuncia e l’intonazione giusta, capacità che si riduce crescendo.
Per quanto riguarda la MATEMATICA poi, imparare i numeri giocando è davvero semplice. Si può farlo giocando a carte, ma anche contando insieme il numero di pezzetti di mela nel piatto, i pastelli colorati sul tavolo o i giochi da mettere nella cesta. In definitiva i numeri sono dappertutto, basta insegnare ad associarli agli oggetti reali.
L’importante è che per il bambino tutto sia e resti un gioco e che, pertanto, si rispettino i suoi tempi, le sue predisposizioni e i suoi bisogni.
Anche l’adulto si deve divertire trasmettendo così con gioia l’amore per la conoscenza e stimolando la curiosità.
Anche se la tecnologia aiuta e può rappresentare un valido supporto allo studio, è importante ricordare che dare gli stimoli giusti al bambino non deve significare fornire computer o strumenti supertecnologici, anche se ideati apposta per lui. Non bisogna far perdere il contatto con la realtà e l’impegno che c’è dietro una scoperta. Toccare con mano e non con un semplice click del mouse.