La pratica di contare con le dita, spesso osteggiata dagli insegnanti è in realtà un naturale riflesso dovuto ai nostri stessi processi cognitivi.
Uno studio della Northwestern University ha dimostrato che il nostro cervello quando è coinvolto in operazioni di somme e sottrazioni attiva aree cerebrali designate all'esperienza "tattile".
La nostra mente dunque auto-riproduce l'esperienza del conto con le mani proprio per la relazione tra lo spazio, il corpo (le dita) ed il concetto numerico.
«Utilizzando la risonanza magnetica abbiamo registrato l’attivazione cerebrale di bambini fra gli 8 e i 13 anni mentre eseguivano sottrazioni e moltiplicazioni semplici. Al termine dell’esperimento abbiamo trovato una relazione tra i risultati dei bambini nelle sottrazioni (...) e la quantità di attivazioni nella corteccia somatosensoriale, che è quell’area che appunto permette di identificare la provenienza di una sensazione tattile» http://www.corriereuniv.it/cms/2016/05/91601/
Il nostro cervello è una struttura "plastica", modellabile, che dunque si plasma sulle strategie usate nell’apprendimento, modificando permanentemente il suo modus operandi.